Erano anni che in famiglia ne parlavamo, finalmente ci siamo decisi ed abbiamo acquistato un filtro ad osmosi per l'acqua potabile.

NOTA BENE: personalmente sono un utente finale di un impianto ad osmosi e non un idraulico, quindi di impianti ad osmosi, di idraulica e di legislatura in vigore che regolamenta l'uso di acqua potabile ne so poco o niente. Non prendete per oro colato quanto scrivo in questo articolo, è solo il rendiconto di quanto fatto ed alcuni consigli/osservazioni. Data la delicatezza dell'argomento, se ci sono dei dubbi sul vostro impianto, vi invito a rivolgervi a dei professionisti qualificati o direttamente al produttore dell'impianto di sanificazione acquistato, che potranno indirizzarvi con cognizione di causa sulle azioni da intraprendere.

Non voglio entrare in merito al dibattito dell'utilità o meno di un impianto del genere, non è lo scopo di questo articolo.

Nel nostro caso specifico, avendo i cassoni dell'acqua nel palazzo che risalgono ai primi anni '70, così come le tubature probabilmente in piombo,  qualche dubbio sulla bontà dell'acqua erogata ci è venuto.

Scartata l'ipotesi di filtri al carbone e caraffe filtranti, che tolgono il cloro ed i sedimenti, ma non i metalli pesanti ed eventuali batteri, l'unica alternativa alle casse d'acqua del supermercato è l'impianto ad osmosi.

Abbiamo preso qualche informazione in giro, ed abbiamo sentito varie campane.

A prescindere dalle funzioni che un impianto possa adottare, quali refrigeratore, accumulo o gasatore, il prezzo base di un impianto "tradizionale" è proibitivo. Si va da un minimo di quasi 2.200 euro fino ad un massimo di oltre 5.800.

Siamo riusciti a spuntare un prezzo molto basso su un particolare sistema realizzato da un tecnico in zona, il quale ci ha proposto un semplice impianto composta da un filtro a carboni e due membrane ad osmosi, senza pompa ne altri accessori.

Il prezzo per un impianto siffatto è di più ragionevoli 700 euro.

C'è però un dubbio che dall'inizio del nostro peregrinare per installatori e grande distribuzione mi ronza in testa.

Come mai un impianto di solo filtraggio, che è composto quasi esclusivamente da filtri, in media costa quasi 1.500?

Se ogni 6 mesi sono costretto a cambiare quasi tutti i filtri, ed il loro costo si aggira intorno ai 50/60 euro, a seconda dell'impianto comprato, cosa fa lievitare così tanto il prezzo dell'impianto?

Forse la membrana? La pompa?

Cercando su internet vedo che neanche loro possono essere la causa, anzi, proprio grazie a questa ricerca mi imbatto in sistemi ad osmosi in vendita su vari siti, tra cui Amazon.

Impianti di semplice realizzazione sono in vendita a 180 euro, i più complessi, con accumulo, normalizzazione del PH e lampada UV, a 300 euro. Per la manutenzione è possibile acquistare un kit con i filtri di ricambio e membrana che assicura tre anni di autonomia, a meno di 160 euro.

Perchè non tentare???

Dopo un periodo di indecisione, tanti dubbi e la classica paura di un salto nel vuoto, decidiamo di prendere su Amazon un kit dell'americana iSpring che dal 2005 produce impianti ad osmosi.

Il modello che abbiamo scelto è un RCC1UP-AK, un sistema da 100 GPD (galloni al giorno, quasi 400 litri) a 7 stati, con pompa, accumulo e filtro alcalino, praticamente una limousine dei filtri ad osmosi, per un costo di 300 euro comprensivo di iva e spese di spedizione.

 

Attendevo la consegna per il giorno previsto, venerdì 24, avrei approfittato del fine settimana per montarlo, invece il corriere ha saltato la consegna di venerdì consegnandolo il lunedì seguente.

Il cartone è di grandi dimensioni e non presenta segni di urti o maltrattamenti vari che possano aver rovinato il contenuto.

 

Nomenclatura:

Cerchiamo di capire quali sono i componenti, parlando la stessa lingua sarà più facile capirci e riuscire a montare l'impianto senza problemi.

raccordo della presa di carico e rubinetto della presa di carico

è il componente che consente il collegamento dell'impianto alla rete idrica, il rubinetto consente di isolare l'impianto in caso di guasti o manutenzione ordinaria.

Raccordo e Rubinetto della presa di carico

 

innesto della presa di carico

è dove entra l'acqua non filtrata nell'impianto.

Presa di carico dell'impianto

pozzetti dei filtri

sono dei cilindri plastici che contengono i filtri e fanno scorrere attraverso di essi l'acqua. Ogni pozzetto si avvita al suo tappo che è fissato sulla scocca che sostiene l'impianto. La tenuta stagna è garantita da una guarnizione circolare.

i pozzetti dei filtri

pompa

manda in pressione il flusso dell'acqua all'uscita del primo stadio dei filtri e la convoglia verso la membrana.

la pompa

tubo di mandata della membrana

è il tubo che esce dalla pompa ed entra nella membrana. E' il tubo più lungo tra quelli che guidano il flusso dell'acqua da un filtro all'altro e si trova adagiato nella parte frontale della scocca metallica su cui sono montati i componenti dell'impianto ad osmosi.

tubo di mandata alla membrana

presa di carico della membrana

da questo innesto l'acqua entra nella membrana.

presa di carico della membrana

innesto ad anello dello scarico

permette di raccordare il tubo di scarico dell'impianto ad osmosi allo scarico del lavello.

innesto ad anello dello scarico

guarnizione adesiva dello scarico

garantisce la tenuta stagna dell'innesto ad anello.

guarnizione adesiva dello scarico

resistenza di flusso

da questo componente esce il tubo che carica e recupera l'acqua dalla cisterna d'accumulo.

cisterna

garantisce l'accumulo dell'acqua per avere un flusso costante e corposo in uscita dal rubinetto di erogazione.

la cisterna di accumulo 

valvola della cisterna

permette di isolare la cisterna. Tale operazione è indispensabile nella manutenzione dell'impianto e nella sostituzione dei filtri.

valvola della cisterna

innesto rapido

consentono il collegamento tra tutti i componenti dell'impianto senza serraggio di dadi.

connettori ad innesto rapido

sicura dell'innesto

una volta inserita assicura l'innesto del blocco.

sicura dell'innesto rapido

blocco dell'innesto

se armato (estratto dall'innesto come nella figura) non permette l'estrazione del tubo, se a riposo (spinto nell'innesto) il tubo può essere rimosso. 

 blocco dell'innesto rapido

Preparazione: 

Una volta sballato il contenuto di tutti i pacchi procedo con una prima ispezione. 

Devo dire che su Amazon, nonostante le belle foto, non si capisce bene la qualità dei materiali utilizzati, anzi.

La pompa che sembrava della peggior plastica risulta invece essere di uno spettacolare metallo verniciato a fuoco, lo sterilizzatore ad ultravioletti sembra uscito da un film di fantascienza, le plastiche dei pozzetti dei filtri sono delle migliori che abbia visto.

In dotazione ci sono i tubi, tutti gli accessori per collegare insieme le varie parti, dei connettori ad innesto rapido da 1/4 di pollice di riserva, delle guarnizioni circolari, il primo kit dei filtri, del teflon per sigillare i raccordi ed addirittura una sirena d'allarme anti-allagamento.

Un'analisi visiva dell'impianto conferma quanto ipotizzato:

un impianto ad osmosi non è altro che un tubo che entra ed esce da una serie di filtri ed una manciata di componenti per aumentare la pressione dell'acqua, stoccarla o bloccarne il flusso in determinate condizioni, del valore di non più di un paio di centinaia di euro.

Per gli impianti semplici, tipo tre filtri con membrana, tolti i filtri, l'impianto avrà un costo inferiore ai 100 euro. Se il kit dei 3 con membrana filtri costa 160 euro (100 la membrana e 60 i filtri, a spanne), perchè l'impianto totale costa molto di più?

Lasciamo da parte polemiche e riflessioni filosofiche e concentriamoci sull'installazione.

Il manuale è tutto in inglese ma ben illustrato, l'unica difficoltà è capire bene dove collegare i vari tubi dell'impianto, ma con un po' di pazienza se ne viene a capo.

Le spine della pompa e del reattore della lampada UV sono ti tipo inglese con fusibile. Essendo l'impianto in garanzia, non conviene cambiarle, meglio evitare la manomissione per evitare di incappare nelle ire funeste del produttore.

le spine inglesi

Un salto in un negozio di materiale elettrico ci toglie d'impaccio, ho acquistato due adattatori universali da viaggio, con protezione del carico, a 4 euro l'uno.  

l'adattatore

L'impianto è quasi completamente assemblato, occorre solo allacciare il tubo di presa di carico, il tubo dell'acqua di scarto, il serbatoio ed il rubinetto di erogazione dell'acqua osmotizzata.

 

Quattro Racconti


La mia prima opera narrativa, quattro storie brevi, i miei quattro Re, quattro racconti di fantasia, con forti tinte horror, per aiutarvi a non dormire...

  • Se hanno ragione le religioni animiste, ogni oggetto ha una sua identità, una sua anima. E se gli oggetti in questione avessero un'indole maligna?

  • Siamo sicuri di voler affidare il nostro futuro all'intelligenza artificiale? Abbiamo la certezza che un giudizio assolutamente oggettivo e privo di vizi possa guidare la nostra specie verso tempi di pace e prosperità?
    Possiamo fidarci delle cure amorevoli di una fredda macchina??

  • Una vita sfortunata, una serie di rimpianti che negli anni si accumulano, stratificano. Può la disperazione, per quanto intensa e profonda, prendere forma e divorarci dall'interno? Divenire un compagno di vita, tangibile, al nostro fianco mentre camminiamo, sul nostro grembo mentre siamo seduti, come un animale da compagnia??
  • Tra i bisogni primordiali, la necessità di assumere cibo è forse quello che più a contribuito alla nostra evoluzione.
    Quello che più fortemente ci spinge, ci motiva, ci dispera.
    La scarsità di cibo ci ha spinto in ogni angolo del mondo in cerca di terre fertili da coltivare, ha spinto la nostra intelligenza a crescere per poter trovare nuovi modi e tecnologie per rendere i campi più produttivi, ha spinto l'evoluzione delle strutture sociali grazie agli scambi economici tra villaggi e nazioni, ci ha fatto progredire.
    Ma spinge anche i nostri istinti più animaleschi.
    Un animale affamato è una belva sanguinaria e spietata.
    Ed un animale affamato ed intelligente come un essere umano è capace di tutto....
     
     

Quattro Racconti - Storie brevi per non dormire

ISBN Libro:9788892305083

Anno pubblicazione:2023

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Installazione

Cominciamo a preparare l'impianto per la messa in opera.

Inseriamo i filtri nei pozzetti e la membrana. I filtri sono numerati ed i pozzetti anche, quindi non ci sono particolari difficoltà. La membrana ha una guarnizione di gomma che sigilla il contenitore e che va rivolta verso il tappo. Va innestata bene nell'alloggiamento altrimenti questo non si chiude bene.

La membrana. La guarnizione nera grande va rivolta verso il tappo dell'alloggiamento

Prestate attenzione alla guarnizione che chiude il contenitore della membrana, io sono riuscito a farlo andare nella filettatura del tappo e l'ho rotta. Fortunatamente ne ho trovata una di riserva tra quelle in dotazione dell'impianto. La guarnizione va posizionata sul contenitore, nella parte liscia prima della filettatura del tappo.

Siamo pronti ad installare l'impianto ora.

 

Sostanzialmente l'installazione consiste nel collegare all'impianto quattro tubi, nel modo visibile in figura:

La posizione dei tubi

 

L'unico intervento di idraulica consiste nell'installare il rubinetto della presa di carico all'impianto idrico del lavandino in cucina.

Se non abbiamo dei rubinetti che chiudono l'acqua sui tubi del lavandino occorre chiudere l'acqua dal rubinetto generale e far defluire l'acqua rimasta nei tubi aprendo l'utenza installata più in basso, normalmente il bidet. 

Mettiamo una conca sotto il tubo dell'acqua fredda e svitiamo il tubo flessibile del lavandino con una pinza a pappagallo.

svitiamo il tubo del rubinetto del lavandino

Avvitiamo il raccordo mettendo del teflon (in dotazione) ed avendo l'accortezza di stringerlo bene e far trovare il foro per il rubinetto dell'impianto in una posizione comoda. 

avvitiamo il raccordo

Avvitiamo il tubo flessibile del lavandino sopra il raccordo, mettendo sempre del teflon e serrando bene con la pinza a pappagallo.

avvitiamo il tubo del rubinetto sul raccordo

Sempre con la pinza ed un po' di teflon avvitiamo il rubinetto della presa di carico sul raccordo, serrandolo bene e mettendolo in una posizione tale che possa essere far ruotare la leva del rubinetto senza ostacoli.

Inseriamo sul tubo rosso il dado di fissaggio del rubinetto, innestiamo il tubo sul rubinetto stesso.

Sarà un po' duro, in pratica la punta piccola del rubinetto deve entrare dentro al tubo. Una volta innestato serriamo bene il dado ed il tubo rosso della presa di carico è collegato.

L'altro capo del tubo va innestato nella presa di carico dell'impianto, quella del primo filtro, con il pozzetto di plastica trasparente.

Gli innesti sono ad innesto rapido, occorre rimuovere il blocco blu, premere sulla sicura per farla rientrare, inserire il tubo nell'innesto e premere con forza, il tubo entrerà di un paio di centimetri o più. Occorre sincerarsi che il tubo non possa entrare oltre, altrimenti non aggancia la guarnizione e quando arriverà l'acqua sarà un allegro zampillare che a confronto l'esedra di villa Adriana sembra una fontanella dei giardinetti pubblici, e parlo per esperienza diretta. 
Una volta che il tubo arriva a fine corsa e non va più avanti, tirarlo, il blocco uscirà dall'innesto e sarà possibile inserire il blocco blu.

 

raccordi e gomiti ad innesto rapidodettaglio della guarnizione internail blocco rientratoil blocco innestatoun innesto rapido con sicura

 

Innestare il tubo nero all'uscita dell'acqua di scarto della membrana. 

 

Dall'altro capo del tubo uscirà l'acqua di scarto dell'impianto. Quest'acqua è filtrata dai primi filtri ma ha una concentrazione maggiore di sali e metalli disciolti. 

L'impianto ne produce in grande quantità in quanto a fronte di un litro di acqua filtrata prodotta, ne scarta tre.

L'ideale sarebbe recuperarla. In internet ho visto innestare il tubo dentro lo sciacquone del bagno, io vorrei prendere una tanica per poter usare l'acqua per i servizi di casa. Se non si ha la possibilità di recuperare quell'acqua si può procedere con l'innesto del tubo nello scarico del lavandino.

Per semplificare le cose individuiamo il punto del tubo di scarico del lavandino da forare, attacchiamo la guarnizione adesiva e l'anello di innesto in dotazione all'impianto. Fissiamo l'anello di innesto al tubo di scarico del lavello. Con una punta adeguata ed usando l'anello di innesto come guida per il trapano, foriamo il tubo di scarico.

attacchiamo la guarnizione adesiva

Mettiamo il dado di plastica nel tubo nero, inseriamo il tubo nero nell'innesto tanto da farlo entrare dentro il tubo di scarico ma senza farlo toccare con la parte del tubo di scarico opposta al foro. 

Blocchiamolo serrando il dado.tubo di scarico inserito

Colleghiamo il tubo giallo alla resistenza di flusso come indicato dal manuale.
Avvitiamo il dado con rubinetto alla cisterna, serrandolo bene.
Posizioniamo la cisterna dove ci è più comodo e innestiamo l'altro capo del tubo giallo.

Se non dotato di apposito foro, foriamo ora il lavandino per poter inserire il rubinetto di erogazione dell'acqua osmotizzata.

Questa è sinceramente la parte più complessa di tutta l'installazione.

Ho un lavandino in acciaio che mi ha fatto rimpiangere di non avere una macchina industriale per il taglio laser.

La punta usata è una 10, ma ho dovuto faticare parecchio per allargare il buco non avendo una punta a ferro più grande, una 12 sarebbe stata l'ideale.

Non è possibile fare un foro da 12 direttamente sull'acciaio, occorre forare con una punta più piccola e salire man mano di dimensioni fino ad arrivare al foro col diametro giusto.

Mi ci sono voluti almeno 4 passaggi ed ho bruciato le prime tre punte a ferro, delle frese dell'utensile rotativo e delle mole in pietra prima di ottenere il foro adatto.

Inseriamo il rubinetto e fissiamolo al lavandino. 

rubinetto installato

Innestiamo il dado di fissaggio nel tubo blu, la guarnizione a collare, inseriamo la guarnizione plastica ad innesto nel tubo blu quindi inseriamolo nel rubinetto, assicurandolo stringendo il dado.

L'altro capo del tubo blu va collegato all'uscita dello sterilizzatore ad UV.

A questo punto non ci resta che far partire l'impianto.

 

Messa in esercizio.

Fate attenzione, nella scocca di metallo dove sono fissati i tappi dei pozzetti dei filtri si trova un tubicino bianco staccato. Quel tubo è la mandata alla membrana. Non è collegata alla membrana perchè occorre fare la messa in esercizio prima.

Impariamo bene questa procedura perchè ci servirà ogni volta che cambiamo i filtri.

Sinceriamoci che:

  • la valvola che alimenta la cisterna sia chiusa
  • le spine della pompa e del reattore della lampada uv siano scollegate
  • il tubo di mandata della membrana sia scollegato ed inserito in un secchio.

Quando inizierà a circolare l'acqua nell'impianto i filtri a carbone rilasceranno particelle di carbone che coloreranno di nero l'acqua. Occorre evitare che tali particelle arrivino alla membrana perchè potrebbero accorciarne la durata.

Apriamo il rubinetto della presa di carico, l'acqua inizierà a fluire nell'impianto riempiendo i pozzetti dei filtri.

Potremmo vedere riempirsi il pozzetto trasparente del primo filtro, quello dei sedimenti.

Riempiti i pozzetti ed arrivata alla pompa l'acqua si ferma. Inseriamo la spina della pompa nella presa elettrica.

L'acqua inizierà a zampillare dal tubo nel secchio. Sarà nera.

Attendiamo che si schiarisca.

Una volta che il flusso d'acqua esce pulito, chiudere il rubinetto della presa di carico e scollegare la pompa.

Attacchiamo il tubo di mandata che buttava acqua nel secchio alla membrana prestando attenzione ad inserirlo correttamente.

Apriamo il rubinetto della presa di carico, attacchiamo la spina della pompa. 

Apriamo il rubinetto di erogazione, dopo qualche minuto inizierà ad uscire un timido fiotto di acqua osmotizzata.

NON BERLA, è contaminata dal liquido di protezione della membrana.

Lasciamo scorrere qualche litro.

Possiamo collegare la presa dello sterilizzatore ad UV nella presa elettrica.

Aprendo il rubinetto di erogazione la lampada UV si accenderà.

 

Chiudiamo il rubinetto ed apriamo la valvola che alimenta la cisterna.

La pompa si metterà in moto e l'impianto inizierà a riempire la cisterna.

Occorre far riempire e svuotare la cisterna per tre o quattro volte prima di poter bere l'acqua. 

 

Possiamo finalmente gustarci la nostra acqua osmotizzata dicendo addio alle bottiglie di plastica!

 

Modifiche da apportare

All'impianto manca un regolatore di sali disciolti (TDS) quindi filtrerà sempre l'acqua togliendo il massimo e fornendo un'acqua quanto più pura possibile, nei limiti della membrana.

In Italia gli impianti ad osmosi devono avere un regolatore di salinità. Questo altro non è che una valvola a spillo che miscela l'acqua filtrata prima della membrana (quella del tubo da cui abbiamo fatto uscire l'acqua sporca di carbone per intenderci) all'acqua filtrata. 

Per installarlo basterà prendere due giunti a T ed una valvola a spillo. Occorrerà quindi regolare la valvola misurando il TDS dell'acqua in uscita con un misuratore di sali disciolti (costa sui 10 euro, sempre su Amazon).

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